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San Pietro al Tanagro

Come si raggiunge:

In treno: dalla stazione di Battipaglia prendere il bus che effettua il servizio sostitutivo fino alla stazione di Polla. Da qui prendere un autolinea locale fino a San Pietro al Tanagro.
In auto: per chi proviene da nord: uscita autostradale Polla sulla A3 Salerno-Reggio Calabria, proseguire verso Sant'Arsenio, San Rufo sulla ex SS426 per circa 8 Km; per chi proviene da sud: uscita autostradale Atena Lucana sulla A3 Salerno-Reggio Calabria, proseguire verso San Pietro al Tanagro, Teggiano, San Rufo
Turismo a San Pietro al Tanagro

Breve storia di San Pietro al Tanagro
San Pietro al Tanagro > CentroSan Pietro al Tanagro, comune della provincia di Salerno, situato sul lato Nord-Occidentale del Vallo di Diano, ad un’altezza di circa 450 metri sul livello del mare, sorse intorno al medioevo (Sec XII).

Il comune, secondo un'antica tradizione, fu fondato dall'apostolo Pietro di passaggio nel territorio, durante le sue predicazioni.

Il paese fu fondato come centro rurale al bordo della pianura, diviso in due gruppi di case: San Pietro e la Torre. Paolo Eterni (Storico Valdianese del XVII sec.), fa risalire la fondazione della “Torre” e di San Pietro ai Conti di Cajano, della famiglia normanna degli Altavilla, nel XII secolo. Dal XIII secolo l’insediamento risulterà già fra i Casali dello Stato di Diano anche se solo dal XV secolo esso figurerà nei Registri Angioini ai fini dell’esazione fiscale.

Nel 1541 il Casale di San Pietro ottenne l’emancipazione dal Casale di Diano dal quale dipendeva. In quel periodo, precisamente nel 1661, attiguo alla chiesa di Santa Maria del Piano (esistente fin dal 1530), venne completato il convento dei Frati Minori Francescani, il quale, fu soppresso dalle leggi emanate in epoca napoleonica, con il Regio Decreto del 7 agosto1809, emesso dal re di Napoli, Gioacchino Murat4. Le vicende del Casale seguirono, pertanto, quelle dello Stato di Diano con i suoi Feudatari, passando dal dominio dei Sanseverino a quello dei Villano ed in ultimo ai Capecelatro, subentrati nel 1689, ad acquistarne la giurisdizione. Il secolo XVIII, secolo in cui vi fu l’incremento demografico ed il miglioramento della condizione generale della popolazione, si chiuse con il pesante sussulto rivoluzionario del 1799 , che percorse tutto il Vallo di Diano, suscitando entusiasmi e rancori intorno all’albero della libertà e seminando lutti un pò in tutti i paesi.

Il secolo XIX si aprì con la venuta delle truppe napoleoniche in queste contrade (dopo la parentesi della Repubblica Napoletana del 1799, dal Gennaio al Giugno di quell'anno). Queste truppe, comandate dal generale Massena, attraversarono le zone del Vallo di Diano nel Settembre del 1806, e giunti a San Pietro, lo misero a ferro e fuoco, radendolo al suolo, dopo che un gruppo di sanpetresi armati spararono contro di essi, colpendo a morte un capitano comandante di compagnia. Dopo la brutta avventura verificatasi con i francesi invasori, la popolazione di San Pietro, non si perdette d’animo, ricominciando a sanare i danni subiti. Qualche anno dopo si pensò di ricostruire “Ex novo”, anche la chiesa Parrocchiale, dedicata a San Pietro Apostolo, poiché piccola e inadatta a contenere tutta la popolazione sanpetrese. I lavori di ricostruzione iniziarono nel 1815 per concludersi nel 1824.

San Pietro al TanagroIl 1857 fu l’anno più triste per il Vallo di Diano in questo secolo. Nella notte tra il 16 e 17 dicembre di quell’anno un violento terremoto seminò morte e distruzione:nella vicina Polla vi furono 867 morti, 250 feriti, 1300 case crollate, 355 danneggiate, 18 chiese e cappelle crollate ed una pericolante. A San Pietro vi furono molti danni all’abitato con 8 vittime, molte delle quali giovanissime e una nona vittima perì sotto le rovine del carcere di Polla, nel quale si trovava. Nel 1863, dopo l’unificazione nazionale, il Comune di San Pietro fu denominato “al Tanagro”, dal nome del fiume Tanagro che attraversa il Vallo di Diano. Mentre alla fine dello stesso secolo XIX, precisamente nel 1899, si costruì la cappella, dedicata al Crocifisso, sulla cima del monte Ausiliatrice (che da essa prese il nuovo nome di Monte Crocifisso), istituendovi anche la festività annessa.

Per quanto riguarda i movimenti demografici, sappiamo che nel 1595 il Casale di San Pietro contava solo 132 fuochi (i fuochi erano i nuclei familiari, in media composti da cinque membri), che nel 1648 salivano a 140, ma a causa della peste del 1656 che causò morte in tutto il Regno di Napoli, scendevano a 95 nel 1669. Nel 1704 l’insediamento scendeva ancora, facendo censire in quella data, soltanto 71 famiglie. Nel 1708 il Casale contava solo 932 abitanti, mentre alla fine dello stesso secolo, precisamente nel 1790, la popolazione era risalita a 2720 abitanti, facendo registrare un record demografico11. La popolazione rimase stabile fino al 1871, poichè in quel censimento si contarono 2611 abitanti, ma il pesante fenomeno di emigrazione, specialmente verso le Americhe, avutosi tra la fine del XIX secolo e l’inizio del successivo, portò il Comune a livelli di spopolamento: 1838 abitanti nel 1911 e 1543 nel 1921. Nella metà del XX secolo, nel censimento del 1951 la popolazione era riuscita a risalire a 1737 unità, ma una nuova ondata di emigrazione la faceva ridurre nel 1961 a 1597 unità. Al censimento del 1971 il numero degli abitanti era di 1562 e nel 1976 a 1559. Nell’ultimo scorcio del XX secolo a 1705 abitanti e all’inizio del 2004 i residenti censiti sono 1710 unità.

Eventi e feste tipiche

29 giugno- festa del Santo Patrono con la tradizionale fontana del latte e del vino
terza domenica di settembre - incontro processionale tra la statua del Crocifisso, che scende dal monte ove è situata la cappella, e quella della Madonna Addolorata, che esce processionalmente dalla chiesa madre.

 

 


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